Joker – recensione senza spoiler

Parliamo di Joker, il film appena uscito nelle sale e che ha fatto molto eco alla sua stessa uscita per essere stato celebrato come film “d’autore”. Ebbene si tratta proprio di questo.
Se si cerca un approccio più da cinecomic, non si tratta del film fatto per voi. Evitatelo.
Se invece avete una mente più aperta, è un ottimo film da poter vedere in compagnia di conoscenti che non guarderebbero mai un cinecomic.

Il film inizia con una grassa risata da parte del protagonista.
Pongo anzitutto che al mondo esistono due tipi di persone, le empatiche e quelle non empatiche. (S)fortunatamente abbondiamo del secondo tipo. Ed è anche e soprattutto a quel tipo di persone che sembra rivolto, benché siano le prime a poterlo guardare godendoselo appieno nella sua forma.
La prima risata del film è una forma di “localizzatore” per constatare quali tipi di persone vi sono a guardare la pellicola. Le non empatiche troveranno la risata stupida, grottesca e da imbecilli, rideranno della stessa risata. Gli empatici invece troveranno in grido d’aiuto perché non è normale come risata, non è fatta perché il personaggio sta ridendo di cuore, sembra che pianga mentre la fa ma non piange visibilmente.
Ed ecco che la telecamera si allontana e scopriamo che colui che diventerà il Joker è da un’ipotetica psicologa, un supporto emotivo dove va a sfogarsi.
E la risata è un suo disturbo personale, come un tic che fuoriesce nelle situazioni di nervoso, di preoccupazione o quando è quasi sull’orlo di una crisi. “Joker” odia quella sua risata, non vuole farla e lo si nota bene nel corso del film dove, poco a poco, la abbraccerà come parte di sé, come se prima ne avesse avuto timore nel mostrarsi falsamente felice, cercando di capire come smettere e obbligandosi spesso a reprimere ogni emozione per non esplodere. Ma quelle emozioni diventano insostenibili fino al punto tale che il solo modo che trova per “non impazzire” è lasciare libero il suo io interiore, la sua “risata” e tutti i suoi problemi.

Di base il film ci pone lo specchio della società anche odierna dove chiunque potrebbe giungere alla follia pura perché stanco dei soprusi di chi “sta sopra”. E anche se la stessa polizia darà la colpa di tutto a “Joker”, è chiaro come, se la stessa società non fosse già corrotta da sé, nessuno seguirebbe mai le gesta del clown pertanto non è tanto di lui, dell’unico uomo, di cui dobbiamo avere paura ma di chi sicuramente lo seguirebbe senza rimorso.
L’evoluzione del personaggio è molto lenta per tutto il film e al tempo stesso, benché presenti un ipotetico passato del clown più famoso del mondo DC, lascia spazio a passati molteplici, a diverse vie. Anche se il passato che ci viene presentato è uno solo, ci si chiede se effettivamente è quello vero dato che durante la pellicola troveremo dei piccoli colpi di scena che ci rifaranno ricredere di ciò che ci eravamo convinti fino a quel momento.
Cosa è davvero vero e cosa invece finto?

“Joker” è quindi un film da gustare dimenticando in parte la sua origine DC e prendendolo come film a sé stante.
Ogni sfaccettatura che potrete vedere è resa sublime dall’interpretazione di Joaquin Phoenix.

Per (s)fortuna non avremo un seguito di questo pezzo da collezione ma in parte è un’ottima notizia poiché un collegamento con l’universo DC rovinerebbe la poesia del tutto.

Detto questo, buona visione.

E ricordate: NON È UN CINECOMIC.

I KILL GIANTS – Come non ti uccido i giganti e manco te li faccio vedere

Sono tornata.

Sappiate che ci sono spoiler qui sotto.

Prima che qualcuno dica “eh ma alla fine un gigante te lo fanno vedere, anche all’inizio” dico che sì, ma solo in quelle scene.

I Kill Giants penso che sia la più grande buffonata che sia mai stata concepita in film. Ce ne sono ben altre peggiori con regia pessima e tutto il resto ma questo è un film che è stato girato alla perfezione, con una recitazione mio malgrado buona (ma dovrei ringraziare i doppiatori italiani per ciò, non che siano pessimo gli attori originali perché li ho sentiti) però è una gran presa per il culo.

Ora. Il film so che proviene da una fumetto ma non ho letto il fumetto – e no, non potete dirmi “ma dovresti leggere il fumetto per capire meglio” perché io al cinema o davanti allo schermo non mi metto col libro o con il fumetto di un film a sfogliare le pagine trovando l’errore, voi lo fate? – e quindi per me può anche essere stato bello in versione cartacea ma come film è pessimo.

Sicuramente hanno voluto seguire palesemente le orme di Un Ponte per Terabithia visto che è della stessa tipologia: ragazzi o ragazzini in cerca di sé stessi tra la fantasia e la realtà che non vogliono affrontare quest’ultima perché presenta qualcosa che non vogliono vedere. In questo caso, da amante degli anime, potrei anche includere Abenobashi, la serie anime.

Ma non divaghiamo.

Perché non funziona I Kill Giants?

Per il semplice motivo che, come spettatore, non vedo nessuna evoluzione nella protagonista. Non vedo lei che affronta i giganti – che può essere sia un punto a favore e contro, a favore se qualcuno sa che tipo di film sta per vedere, contro se lo spettatore medio si aspetta (mano a locandina) di vedere una ragazzina affrontare dei giganti anche nella peggiore CGI – e non capisco per tutto il film se la madre è morta oppure è malata. C’è una costante assenza dei genitori e si capisce che il padre è morto, ma non si capisce se la madre è anch’essa morta, in ospedale, in qualche anfratto nascosta dai giganti oppure semplicemente è malata. Cosa che si capirà solo alla fine ma è fin troppo alla fine per dare un senso completo di conclusione.

Alla ragazzina protagonista viene fatto fare di tutto, nessuno si preoccupa davvero di ciò che fa, se scappa da scuola, se si arrampica in pali della luce o se sparisce. La sorella e la psicologa, da brave adulte, si pongono come “aiuti” esterni per creare un ponto verso la realtà per la protagonista ma non tendono mai la mano o si inpuntano chiamando la polizia o chiedendo aiuto alla gente per ritrovarla quando sparisce. No. Sono troppo “occupate a fare altro” per essere presenti.

E qui – scusatemi – mi fa ridere come cosa perché mi ricorda gli anime in cui dei bambini di 10 anni possono girare il mondo senza genitori perché sì, che pericolo vuoi che ci sia.

Solo alla fine ci si chiede cosa esattamente sta cercando di fare lei. Ma è troppo tardi, non solo per la trama, anche per lo spettatore che per tutto il film si è solo sorbito un slice of life sul bullismo e sull’allontanamento del diverso da parte dei compagni di classe. Fine.

Certo, potremmo parlare di quanto sia utile la presenza dell’amica e di quanto ogni scena non cambia affatto che ci fosse lei o meno. Una presenza che fa solo da pretesto per lo spettatore per capire leggermente meglio cosa succede – carine le scene di spiegazione dei giganti a mio parere ma davvero inutili visto che non se ne vedono.

A mio parere hanno voluto solo mostrare come una ragazzina, troppo rinchiusa nel suo mondo, sia da aiutare perché “folle” e quindi che il mondo immaginario che si è creata non solo non l’avrebbe aiutata nell’affrontare la realtà ma avrebbe solo peggiorato ulteriormente le cose. Un’uccisione in diretta della fantasia. Cosa che assolutamente non dovrebbe girare come propaganda.

Penso che il film, di base, avrebbe potuto essere più coinvolgente solo nel caso avessero mostrato i giganti – ma non per combattimenti e altro – mostrandoli e interpretandoli come stasi della protagonista sulla realizzazione della sua situazione. Un gigante che interpreti la rabbia (e quindi distrugga tutto), uno la depressione (e risucchi tutto) etc etc… se avessero incluso questi “combattimenti” della ragazzina verso i giganti di vario aspetto e caratterizzazione, anche uno spettatore medio avrebbe capito che si trattava dell’evoluzione di lei, della sua continua e costante lotta per diventare più forte e riuscire ad affrontare ogni avversità.

Ma no.

Il film si incentra su di lei, asociale quasi per scelta perché nessuno capisce la sua lotta immaginaria contro i giganti, e non è che finisce con lei che affronta il gigante, cresce e affronta la realtà nonostante non volesse. No.

Il gigante le chiede se sta bene.

E quindi lei lo vede ancora rimanendo nel suo mondo.

E tu ti chiedi a cosa è servito tutto ciò.

L’uomo tampone

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E tornando dopo un po’ di tempo avrei potuto parlare di mille cose ma siccome stamani ho rivisto la pubblicità di Tampax, non ho potuto reprimere il mio disgusto.
Di pubblicità stupide ne ho viste ma quelle che non sopporto sono quelle senza alcun senso logico.
Lo sponsor stavolta sarebbe: Tampax, a prova di uomo.
E io mi chiedo, nel mio salotto, mentre bevo per rinfrescarmi, cos’è questo senso di gelo… si tratta della mia irritazione mista a senso di non appartenenza. Un brivido mi sale la schiena e comincio a riflettere sulla logica di quella frase.
Al ché mi chiedo se nello staff pubblicitario della Tampax ci siano uomini che infilano il tale oggetto nelle parti intime delle loro donne o abbiano donne incompetenti.
Il punto è: mi spiegate a che serve a un uomo sapere come si usa un Tampax?
Se lo deve infilare nel culo?
Passo e chiudo.

Un segreto che non è segreto

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Salve a tutti.

Dopo parecchio tempo sono tornata con una notizia buona e una cattiva. Quella buona è che mi hanno tenuta al lavoro dello stage di cui avevo parlato tempi addietro. Quella cattiva è ciò che ho scoperto da poco… ovvero che è uscito un film chiamato “Il segreto di Italia.

Premettendo che il film non l’ho visto, mi sono basata sul putiferio che si è creato attorno a questo film e al mio scetticismo riguardo tutto ciò che comprende segreti, misteri e altro.

Secondo un collega che è andato a vederlo (con una proiezione extra in un centro commerciale) il cosiddetto film era stato bombardato e reso nascosto per via di ciò che avrebbe raccontato ovvero un fatto di cronaca e insabbiamento riguardante una parte di persone uccise per il proprio tornaconto personale su delle dichiarazioni scomode. Ok, fin qui sembrerebbe una cosa appetibile in molti versi ma io mi chiedo, allora, una cosa:

SE effettivamente è un film che dovrebbe essere insabbiato e non mostrato perché dice il vero, com’è che è liberamente ordinabile in DVD a casa, senza problemi, visibile in streaming e pure con pezzi di intervista ad attori, mini-documentari sul presunto insabbiamento e godibile per due serate in un centro commerciale?

Tutto ciò mi lascia perplessa e considerando che quella storia raccontata sia vera, e che abbia dato fastidio a chi pensasse il contrario, dire subito “proibito” non allontana la gente, la fa avvicinare. E così facendo il film non diviene il meno visto da tutti ma il più visto. A conti fatti che dovrei dire? Marketing? Pubblicità gratuita?

Non penso che il mondo sia stupido.

Se io, che sono una ragazza giovane e con un QI nella media (o al di sotto, che ne so) riesco ad arrivare a pensare che se vuoi insabbiare una cosa non la devi nascondere ma mettere davanti agli occhi di tutti perché la vedano e decidano o meno se credere a questo oppure no, perché i politici del presunto insabbiamento di questo film non ci hanno pensato e, anzi, hanno cercato di denigrarlo, nasconderlo e spacciarlo come buffonata?
Io che sono giovane e inesperta do quanto sia fantastico sentir parlare di misteri, congiure e file nascosti ma so anche che queste parole attirano come un maledetto Vaso di Pandora, per questo quando io devo nascondere qualcosa, la tengo ben in vista. Perché verrebbe presa come la “normalità” e uno direbbe: mica l’hai nascosta, quindi è tutto ok.
Se tale film fosse stato premiato, discusso allegramente o ignorato ma lasciato nelle sale, tutto questo sarebbe rimasto nell’anonimato di uno dei tantissimi film sulla denuncia di uno stato palesemente despota nei confronti dei cittadini. E non avrebbe avuto discussioni e audience.
Per questo dico: io sono sciocca… ma se una sciocca come me da meglio presagire certe azioni, anche molti altri, politici e non, ci arrivano e quindi… quanto di questa storia che ha fatto scalpore può esser considerata vera?

Un po’ di confusione…

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Come al solito non scrivo mai con la nozione del tempo.
Del tipo, era da un pezzo che mancavo qui ma in realtà nemmeno mi ricordavo di avere un blog. Per questo motivo adesso ho cercato di mettere tutti i siti dove dovrei fare una capatina ogni tanto (!) sulla barretta superiore della finestra web. Ne ho un bel po’ e sto pensando che ne avrei una anche adesso da aggiungere. Uffa!
Comunque ultimamente che mi è successo? Oh già, ho preso lavoro finalmente!
Anche se non posso dire che sia un vero e proprio lavoro, sono sotto stage per sei mesi e non sono certa che mi terranno per altri mesi. Non credo. Ci spero. Ma non credo. Questo non dovrei dirlo ma il mio pessimismo tocca sempre e solo la parte lavorativa. Mai il resto. Già.
Lavoro come grafica adesso e sono felice di questa cosa. Mi piace creare qualcosa di simile al disegno ma che non implichi dover mostrare la mia dote base nel disegnare.
I miei colleghi dicono che dovrei sfruttare il mio “talento” per cercare un lavoro “adeguato” ma io il disegnare lo vedo come un hobby meraviglioso, anche lo scrivere storie è un hobby molto bello ma non potrei mai disegnare per conto d’altri e con obbligo. Lo scrivere potrebbe diventare un lavoro perché non fatico quanto il disegnare ma null’altro.
A volte non capisco le persone. Davvero.

Bene, ora torno a scrivere.

Ponponpoooo… Malevola Pubblicità… ponponpooo… – No.1 Concessionaria (Occhiobello)

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Salve a tutti!

Sfortunatamente sono tornata, dopo ere potrei dire, con una pessima pubblicità per un luogo che speravo portasse una ventata di aria fresca, e anche di ottima comodità, invece mi sono ritrovata con un posto assurdamente orribile.

Anzitutto pongo qua la questione con la massima trasparenza perché, e lo sapete bene, non sono tipo da dire cose inutili e inventarmi storie (a meno che siano storie adatte ai miei racconti, in quel caso la mia fantasia tende a volare, ahah!) …ma torniamo a noi.

La Concessionaria N.1 di Occhiobello! Sì, non è un modo per prendere in giro quella concessionaria, si chiama proprio “N.1”. Anche se, per quello che è successo, secondo me dovrebbe chiamarsi “Ultima”.
Ciò che è accaduto è la seguente storia:
” Siccome la mia auto, una Chevrolet, aveva ricevuto due richiami per un problema ai freni (causa un problema di fabbricazione) mi son detta che potevo anche attendere nel farla revisionare, in fondo in quel periodo ero sempre all’Università di Venezia e quindi non avrei potuto muovere l’auto perché tra il treno e i vaporetti, non ve n’era occasione. Gli anni passano e finalmente, dopo tanto, mi sento in dovere di far controllare l’auto, anche perché il fantomatico problema ai freni comincia a farsi sentire dopo un periodo di usanza dell’auto.A fronte del problema che i freni non funzionano bene, e siccome l’auto è stata comprata a Mestre, dalla BUONISSIMA (e gentilissima) Concessionaria AutoSanLorenzo, i miei decidono di farmi andare a Occhiobello perché eravamo più vicini. Allora ho acconsentito a tale cosa perché già nel viaggio da casa nostra a Occhiobello, avevo una fifa blu che l’auto non frenasse.
Giunti alla Concessionaria “N.1”, gli addetti ci hanno detto che sarebbe stata una cosa da poche ore (fermo restando che avevamo prenotato una visita dal 2014 e ce l’hanno segnata per l’Aprile del 2015 – cioè… 4 mesi e più di attesa…? Ok, è strano…?). Nel pomeriggio ci chiamano per dirci che sarebbe stato un lavoro da più tempo e che avremmo dovuto pagare dagli 800 ai 900 euro.
Anzitutto dico che non abbiamo, fortunatamente, problemi di soldi ma… spendere così tanto per una cosa che chiaramente è gratuita, ci sembra una presa per il culetto! °A°
Alla fine diciamo che non avremmo pagato. L’addetto ci sbraita addosso che nessuno avrebbe fatto il lavoro senza essere pagato e ci invita (lui eh, noi non ci saremmo informati) a chiamare l’AutoSanLorenzo di Mestre e chiedere conferma.
Sfortunatamente per lui, lì ci dicono che invece sarebbe stata gratuita la revisione e l’aggiustamento del problema ai freni.
Io allora dico: “portiamola lì e siamo a posto” – Problema: la “N.1” non ci rivoleva dare l’auto perché, gira e rigira, per chiedere di nuovo conferma dell’intervento gratuito, abbiamo chiamato a Milano, e si sono sentiti “offesi” perché noi, clienti, abbiamo chiesto conferme a destra e a manca senza permesso. Cosa che fu la “N.1” a intimarci di fare per avere ragione lei sulla questione.
Passano due settimane e io sono quasi in crisi di pianto perché non potevo più fare nulla senza auto.
Milano ci conferma che l’auto sarà pronta a breve per il lunedì/martedì della settimana successiva a quel periodo e io sono ferma sul mio letto a sognare la mia auto di nuovo tra le mani… poi… il finimondo!
Dato che avevo dimenticato un regalo per una bambina (amica di famiglia) nell’auto, chiedo di poterlo andare a prendere per tempo e torniamo a Occhiobello per sapere se l’auto sta per essere aggiustata.

Risposta: “Forse la faremo la prossima settimana o ancora quella dopo… non lo so…”

Corsa dai carabinieri, reclami, grida al capo-officina che è un “pagliaccio” e via ad avvertire Milano dicendo che dopo due giorni saremmo andati a riprenderci l’auto, fatta o no.
Il fatidico giorno andiamo a riprenderla e chiediamo ancora: è stata fatta?

Risposta: “NO perché ci avete offesi e provvederemo a riguardo.”

Ce ne siamo andati, io quasi nel pianto perché, alla fine, non ho avuto giustizia, e i miei con un diavolo per capello perché avrebbero voluto spellare vivo il tizio.

Morale della favola: siamo andati a Mestre e in due giorni l’auto era di nuovo in mano mia, perfettamente funzionante, come se l’avessi appena comprata.
Fine. ”

Di solito non mi piace fare pubblicità malevoli… lo sapete, finora ho publicizzato male solo quel libro sul bullismo.
Ma in casi come questo, mi piacerebbe tanto sapere che ci guadagnano le case d’auto a consegnare i loro marchi a officine di quel calibro. Ci perdono clienti e basta. E perdono pure la faccia.

Ah già… secondo il buon Carabiniere che ci ha assistito e AutoSanLorenzo, quei tizi della “N.1” volevano lucrare su dei poveri stolti. Se fossimo stati idioti, avremmo pagato la riparazione e in più la concessionaria si sarebbe fatta pagare dalla Chevrolet quindi avrebbero ricevuto doppia razione.

E in questo caso c’è da aggiungere: che m***e.

Tatatatà! Pubblicità! – Frizzoni Firenze

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Non è mia abitudine fare recensioni (qualcuno: l’hai già detto con quella sul libro del bullismo – io: quello era una ciofeca, avevo bisogno di dirlo per evitare sperpero di soldi) ma oggi sono qui per darvi una recensione su un gruppo che mi ha soddisfatto e quindi inaugurerò qui l’angolo della pubblicità ovvero in cui avvertirò se un sito è valido oppure no.

Oggi tocca a Frizzoni Firenze, potete cliccare sul nome per entrare nel sito.
Si tratta di un sito di pelletteria e crea diverse cose in pelle tra cui portafogli, borse, cinture e altro ancora.
Circa un anno fa avevo ordinato dal sito, con contrassegno, un taccuino a tacco di colore rosso.
Mi è giunto a casa con tempi di consegna standard ovvero mi pare di aver atteso una settimana o poco più, e mi è arrivato un taccuino a tacco, di colore rosso acceso ma semi-opaco per non dare riflessi inutili, bordato di una riga d’oro, stemma della casa e composto molto bene.

taccuino a tacco

Soddisfatta.
Penso che non ci siano molti siti “non truffatori” in giro, se volete ordinare qualcosa, fatelo pure.
È un buon sito. Se però dovete ordinare i taccuini a tacco, mi sa che è finita da tempo la promozione.
Ovviamente, per essere tutto in pelle, costicchia.

Digressione

Embé?

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Salve.
Ultimamente ho notato che la gente continua a lamentarsi di tante cose.

Sinceramente?
Non mi frega nulla di quello che hanno detto finora.

La gente si lamenta di troppe cose tra cui povertà, fame, anoressia, bulimia, assenza di lavoro, malattie e altro ancora ma c’è sempre un soluzione per ogni cosa, vi sono soluzioni anche drastiche e dove non vi sono soluzioni, bisogna soffermarsi un attimo e chiedersi di chi è la colpa.

Dei politici? Molti di voi direbbero di sì ma non è colpa loro. Perché? Perché chi è stato a ergerli come nostri “condottieri”? Noi. Voi. Tutti.
Potete anche dire: ma non sapevo che sarebbe andata a finire così!
Io vi risponderei: avresti dovuto pensarci prima. Avresti dovuto intuirlo.
Inoltre… davvero? Davvero pensate che una legge scritta di pugno da un ristretto numero di persone possa comandare tutti? Sul serio? Se una legge non vi piace, andate tutti, nessuno escluso, contro tale legge.
Voi potreste dire: ma facciamo manifestazioni, non basta?
Io vi risponderei: no, perché ciò che fate non sono manifestazioni “umane” ma manifestazioni della vostra ignoranza e della vostro incompetenza nel risolvere le situazioni in modo civile, senza scaturire in guerre che non servono. Per caso credete che la polizia sia vostro nemico? Mentre lanciate bottiglie e altro contro quei visi coperti, credete che loro si divertano e vi denigrino? Avete mai visto un poliziotto sorridere sotto il casco? No. E sapete perché? Perché loro soffrono quanto voi. Hanno un unico lavoro, quello di “cani” dei politici, e soffrono nel dover tenere a bada gente che HA RAGIONE… ma non possono farci nulla, se si lamentassero e dicessero di noi, verrebbero lasciati indietro e non potrebbero aiutare la propria famiglia. E allora chiudono gli occhi, rinchiudo il loro cuore dentro la gola e spingono gli scudi verso di voi.
Voi potreste rispondermi: e allora chi è il nemico?
Io risponderei: voi stessi. Voi che avete lasciato e lasciate ancora adesso che un piccolo gruppo di uomini e donne vi dicano cosa è meglio per voi anche se vogliono creare solo leggi su misura per loro. Voi che credete a tutte le bugie di gente che, appena assaggiato il potere, lo divorano e ci fanno festa, e sempre voi che non ragionate con la propria testa. Dicendo “è colpa dello stato” ma lo stato siete voi. Non sono loro. Siete voi.
E poi giungerà il tempo in cui non avremo più niente di cui lamentarci perché non avremo proprio niente.
Ma la colpa sarà nostra, non di qualcun altro.
Perché se foste gente “per bene”, ogni volta che vincete alla lotteria, non sperperereste i soldi subito per comprarvi cose futili, ogni volta che mostrate la maschera della benevolenza, non vi prendereste più della metà del cibo che andrebbe ai veri poveri, ogni volta che vi è un’offerta ai poveri, non fingereste di esserlo per avere tutto gratis, ogni volta che una persona che non è bianca vi chiede aiuto, non volgereste le spalle dall’altra parte, ogni volta che vi offrono un lavoro stabile ma un po’ più faticoso, non lo evitereste come la peste perché “non fa per voi”. Dareste tutto di voi, riprendendo il doppio.

Se foste gente MIGLIORE dei vostri e nostri politici, non avreste nulla di cui lamentarvi.

Pensieri quotidiani: obesità… ma va là!

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Ho sentito da poco la situazione che si è creata dopo che un giornalista ha voluto dire la verità.
Sì, parlo della storia del Ministro della Sanità Belga che è risultata troppo obesa per fare il suo lavoro ma non è tanto per quello che fa… è solo questione di circonferenza della vita.

Anzitutto dico una cosa: sono d’accordo col giornalista.
E prima che qualcuno mi dica peste e corna dicendomi cose del tipo: “Vè, sarai una sgallettata pelle e ossa che non capisce che anche le persone obese sono umane!”, nope.
Sono in sovrappeso anch’io come mia madre, lei ha un’obesità di primo grado ovvero è superiore al grado del sovrappeso ma non è obesa come il Ministro qui presente che sembra una palla.

Ministro della Sanità – Maggie De Block – Belgio

E non ho detto che le persone obese non siano umane, altrimenti dovrei ammettere che pure mia madre non è umana e invece lo è al cento per cento, soprattutto per avermi adottata.

Ma saltando queste cose di poco conto…

Dite la verità: voi vi fareste consigliare di mangiare frutta e verdura, di fare sport e di controllare bene sia i conti della sanità e del vostro reddito personale per mantenere la vostra salute al meglio… da lei?
Io mi sentirei presa per il culo.

E con questo ho detto tutto.
Se uno vuole farmi la morale, almeno che usi i suoi “consigli” su sé stesso prima di aprir bocca.

E in aggiunta c’è chi ora non fa che parlare di “abuso di potere” e “discriminazione” sugli obesi che lavorano. Almeno avessero detto qualcosa di stupido e invece il giornalista non ha fatto altro che dire la sacrosanta verità.

La legge del taglione: “…è solo una bravata”

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Oggi ho visto uno dei tanti casi in cui la legge del taglione ci starebbe bene.
Non sono una che medita spesso vendetta, penso che sia una perdita di tempo.
Ma sono a favore di tale “legge” perché io non ho mai fatto nulla di male in vita mia e chi è contro tale cosa, secondo me ha la coscienza sporca. Comunque non è attiva questa legge per cui mi frega poco.

Comunque dicevo… ho sentito di quel “ragazzo” di 24 anni che ha usato il getto a compressione dell’autolavaggio per gettarli addosso a un quattordicenne.
Ora il più giovane è all’ospedale.
La madre del più vecchio difende il figlio definendo l’accaduto solo una “bravata” e che suo figlio è un ragazzo bravo e padre di famiglia. Ha un figlio.

Secondo la mia legge del taglione, la punizione sarebbe: prenderei il figlio del ventiquattrenne, gli sputerei addosso e lo immergerei in una vasca di acqua gelida.
Dopotutto direi anche: “…è solo una bravata. Perdonami se vuoi.